Federico Zuliani: Quelli senza messa, conferenza
La sera del 19 luglio 2025 (esattamente 405 anni dall'inizio del progrom valtellinese del 1620 sui riformati che annientò il protestantesimo in Italia), lo storico Federico Zuliani è stato ospite a Stampa con una conferenza intitolata Quelli senza messa: le comunità protestanti italofone della Rezia, 1550-1620. Zuliani ha presentato un suo volume che indaga le comunità e chiese protestanti italofone operanti nel territorio delle Tre Leghe, la quale al tempo controllava anche la Valtellina. Il libro tratta della trentina di comunità e di chiese riformate – anche in quanto entità pubbliche -, sul versante meridionale delle Alpi. Focalizza inoltre sulla figura del “ministro” e sulle congregazioni, la massa di laici. Zuliani ha evidenziato il ruolo di predellino giocato dalle nostre zone riformate italofone per riformati che per lavoro si trasferivano in luoghi lontani profondamente cattolici, quasi a fungere da isola di salvezza spirituale da visitare di tanto inn tanto.
La discussione è stata animata dalla professoressa Itala Vivan, che ha dialogato con l'autore e che ha coinvolto un pubblico molto preparato e interessato all'argomento.
Zuliani ha studiato e lavorato presso le Università di Milano, Copenaghen, Londra, Napoli e Torino e attualmente è attivo a Magonza. Si occupa della storia della Riforma e della storia sociale delle minoranze linguistiche e religiose nella prima età moderna. Auguriamo a Federico Zuliani molto successo per i suoi importanti studi che sta conducendo e progettando. Ci rallegriamo di poterlo rivedere in Brgaglia.
Guarda un incontro di Paolo Tognina con Federico Zuliani in Segni dei Tempi sulla RSI
Leggi l'articolo di Donatella Rivoir (da La Bregaglia):
Vita delle comunità protestanti italofone presentata a Stampa sabato 19 luglio
La premessa di Federico Zuliani di fronte al manipolo di uditori accomodati nel Salone del Centro Giacometti potrebbe essere un clamoroso autogol: non mi interessa la religione e poi conosco poche persone che seguano pedissequamente i testi sacri: a me interessano le persone, parola più parola meno. Segue qualcosa simile allo sbigottimento; eppure, la serata lasciava presagire la narrazione di come la Riforma mutò la Bregaglia, con relative gesta dei riformatori. Lo studioso a suon di aneddoti riconquista presto la platea e davanti agli occhi appaiono fratelli che annotano pii quadernetti, trasmettendo ai più giovani i riti e le canzoni; un mondo brulicante di immagini emerge dalle ricerche per “Quelli senza messa” le comunità protestanti italofone della Rezia dal 1550 al 1620. Il testo, racconta Itala Vivan, moderatrice della serata, propone un nuovo modo di osservare gli eventi storici, scardinando le dicotomie e senza inseguire una teoria ma battendo soffitta per soffitta, lettera per lettera fino ad una ricostruzione di ciò che significava 500 anni fa essere un protestante di lingua italiana. Cosa possibile o in esilio o nelle Valli valdesi, dove però la lingua era l'occitano. Valtellina, Valchiavenna, Poschiavo, Mesolcina e Bregaglia rappresentano dunque un unicum e vengono indagate per la prima volta insieme. Il minuzioso lavoro di ricerca narra dunque le gesta non tanto di eroi e antieroi ma del concistoro, di una determinatissima minoranza che si fa sentire e si fa vedere nella quotidianità tramite la liturgia dei saluti, degli orari in cui suonare le campane, con le incisioni sugli stipiti delle porte, le lapidi, gli altari svestiti anche all'interno di chiese tradizionalmente cattoliche. Troppo erudito da riportare fedelmente, lo studio del professor Zuliani ha incontrato spesso la musica e lui spera di poter pubblicare presto qualcosa a riguardo: pur essendo questa vietata in chiesa dai riformatori, Zwingli suona la viola e Calvino scrive un salterio.
La riforma non era forse mai stata osservata in maniera così civica e lo storico descrive la nascita dei contratti di nozze per porre un freno alle fughe di capitali da conversione, l'acquisto di 34 calici d'argento da parte di una parrocchia di Dubino, proveniente dalle chiese convertite. Come la popolazione fosse stufa di pagare decime a Como o Coira senza poter scegliere il proprio ministro di culto.