Una serata per Zaccaria Giacometti, giurista
Mercoledì 21 alle 20 presso il salone del «Centro Giacometti» si è svolta una serata in onore di Zaccaria Giacometti. A condurre la serata l’anima del Centro, Marco Giacometti, che dialogava con il Prof. Andreas Kley.
Un contributo di Polo Pollio per www.labregaglia.ch
La serata è stata divisa in due parti distinte. Durante la prima parte entrambi i relatori hanno raccontato i rapporti di parentela che Zaccaria Giacometti aveva con Giovanni, Alberto e Augusto avendo discendenze sia da parte di padre che da parte di madre con le più ristrette famiglie degli artisti bregagliotti. Zaccaria compare in diversi ritratti dei suddetti pittori. Potremmo dire che è stato il professore di diritto pubblico più ritratto da famosi pittori.
Zaccaria, figlio di Zaccaria insegnante (che insegnò disegno ad Augusto Giacometti), era rimasto orfano insieme al fratello Cornelio sia di madre che di padre all’età di 12 anni. I fratelli lasciarono la Bregaglia dopo due anni dalla morte della madre, avvenuta nel 1905. Ebbero la possibilità di ricevere un’adeguata formazione grazie alla loro eredità. Tra le foto di famiglia e i ritratti viene mostrata anche la foto di un affresco che fece Zaccaria, padre, in una stanza della casa natìa. Affresco andato perduto. Affresco che impressionò positivamente Augusto bambino. Si è parlato molto di come Zaccaria crebbe a stretto contatto con i pittori. Augusto Giacometti e Zaccaria erano usi frequentarsi in quel di Zurigo e fu proprio Zaccaria insieme ad Erwin Poeschel ad organizzare in Bregaglia il funerale di Augusto; la stessa tomba di Zaccaria si trova presso il cimitero della chiesa di San Giorgio a Borgonovo.
La seconda parte della serata, momento ricco di domande da parte del pubblico, è stata dedicata alla figura di Zaccaria in quanto professore universitario, Rettore dell’Università di Zurigo ed illustre giurista.
Il Prof. Zaccaria si batté molto per la tutela della lingua italiana e per il rispetto della comunità che parlava e che parla tale lingua. Trasse grande ispirazione dai concetti fondamentali della Rivoluzione Francese di libertà, di uguaglianza, di democrazia, ma anche dalle idee dell’Illuminismo e si impegnò molto per far in modo che ci fosse una separazione dei poteri; come pure una separazione tra Stato e Chiesa. Criticò aspramente i decreti federali emanati nel decennio tra il 1930 e il 1940 in nome della clausola d’emergenza perché non attendevano alla giusta separazione dei poteri e dei diritti democratici dei cittadini. Molto altro si potrebbe dire su questa figura di intellettuale, forse un po’ trascurata.
La serata si è conclusa con un racconto di Giorgio Dolfi circa una foto che ritrae Alberto Giacometti intento a plasmare una delle sue statuine su un tavolo apparecchiato con diverse mele. Giorgio racconta come Alberto prendesse le mele nel negozietto di sua madre e, una volta dipinte gliele riportasse. Capitò, però la mela restituita fosse marcia e la madre non la rivolle. Allora Alberto riprese la mela dicendo che era interessante anche vederla marcire.